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REFERENDUM ABROGATIVI DELL’8 E 9 GIUGNO 2025 – ULTERIORI QUESITI SU APPALTI, REINTEGRO E CITTADINANZA

Scritto il 05 Giugno 2025

Facendo seguito al nostro precedente approfondimento dedicato ai referendum abrogativi in materia di contratti a tempo determinato e licenziamenti nelle imprese con meno di 15 dipendenti, segnaliamo che, in occasione della stessa consultazione elettorale dell’8 e 9 giugno 2025, gli elettori saranno chiamati ad esprimersi anche su ulteriori tre quesiti referendari.

Questi ultimi, promossi da diverse sigle sindacali e movimenti politici, riguardano tematiche di rilievo nell’ambito delle tutele del lavoro e della giustizia. Si tratta di quesiti distinti, ma strettamente collegati ai principi di equità, protezione sociale e accesso alla giustizia che caratterizzano l’ordinamento giuslavoristico italiano.

I tre quesiti aggiuntivi riguardano ambiti differenti – dalla responsabilità negli appalti pubblici, alle tutele contro i licenziamenti illegittimi, fino ai requisiti per la concessione della cittadinanza italiana – e possono avere impatti diretti o indiretti anche in ambito lavoristico.

Appalti – Responsabilità solidale del committente per infortuni e malattie professionali (art. 26, comma 4, D.Lgs. 81/2008)

Contenuto del quesito:
Si propone l’abrogazione parziale dell’articolo 26, comma 4, del Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, nella parte in cui esclude la responsabilità solidale del committente in caso di infortuni o malattie professionali occorsi a lavoratori di imprese appaltatrici o subappaltatrici, quando tali eventi derivino da rischi specifici propri dell’attività dell’appaltatore.

Effetto in caso di vittoria del SÌ:
Il committente tornerebbe a essere corresponsabile anche per gli eventi lesivi riconducibili a rischi specifici dell’appaltatore, con un conseguente ampliamento degli obblighi di prevenzione, vigilanza e potenziale coinvolgimento in responsabilità risarcitorie.

Licenziamenti illegittimi – Reintegro per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 (abrogazione del D.Lgs. 23/2015)

Contenuto del quesito:
Il quesito propone l’abrogazione integrale del Decreto Legislativo n. 23/2015, che ha introdotto il contratto a tutele crescenti. In tale disciplina (a seguito anche di numerose Sentenze della Corte Costituzionale), valida per gli assunti dal 7 marzo 2015 in poi, è prevista la reintegra nei casi più importanti di licenziamento illegittimo (ossia: licenziamento discriminatorio, licenziamento per maternità o matrimonio, licenziamento intimato per una fattispecie per la quale il CCNL prevede sanzioni conservative, licenziamento illecito per ragioni ritorsive, licenziamento intimato al lavoratore in malattia durante il periodo di comporto), mentre negli altri casi è previsto un indennizzo economico tra 6 e 36 mensilità.

Effetto in caso di vittoria del SÌ:
Verrebbe superata l’attuale disciplina delle tutele crescenti, e le ipotesi di reintegra aumenterebbero ad altre fattispecie (quali, ad esempio, la mancata prova dell’obbligo di “ripescaggio” a seguito di un licenziamento economico); il ritorno alla vecchia disciplina sarebbe comunque poco incisiva sul piano pratico, in quanto, a seguito di numerose Sentenze della Corte Costituzionale la reintegra è già prevista in molti casi di licenziamento illegittimo.

Cittadinanza italiana – Riduzione del periodo di residenza richiesto (art. 9 Legge n. 91/1992)

Contenuto del quesito:
Il quesito mira a modificare la disciplina prevista dall’articolo 9 della Legge 5 febbraio 1992, n. 91, proponendo la riduzione del requisito di residenza legale da dieci a cinque anni per la richiesta di cittadinanza italiana da parte di stranieri extracomunitari maggiorenni.

Effetto in caso di vittoria del SÌ:
Il periodo minimo di residenza necessario per accedere alla naturalizzazione italiana si ridurrebbe da dieci a cinque anni, ampliando il bacino dei cittadini stranieri che possono presentare domanda, con potenziali effetti sull’accesso ai diritti civili e politici.

Contenuto del quesito:
Il quesito mira a modificare la disciplina prevista dall’articolo 9 della Legge 5 febbraio 1992, n. 91, proponendo la riduzione del requisito di residenza legale da dieci a cinque anni per la richiesta di cittadinanza italiana da parte di stranieri extracomunitari maggiorenni.

Effetto in caso di vittoria del SÌ:
Il periodo minimo di residenza necessario per accedere alla naturalizzazione italiana si ridurrebbe da dieci a cinque anni, ampliando il bacino dei cittadini stranieri che possono presentare domanda, con potenziali effetti sull’accesso ai diritti civili e politici.

Modalità di voto

Le votazioni si svolgeranno:

  • Domenica 8 giugno 2025, dalle ore 7:00 alle ore 23:00
  • Lunedì 9 giugno 2025, dalle ore 7:00 alle ore 15:00

Ciascun elettore riceverà cinque schede referendarie, una per ogni quesito.

Si ricorda che:

  • il voto  comporta l’abrogazione (totale o parziale) della norma esistente,
  • il voto NO lascia invariato l’attuale assetto normativo.

Restiamo a disposizione per fornire ulteriori chiarimenti di carattere tecnico e per affiancare imprese e professionisti nell’analisi degli impatti che le eventuali modifiche normative, derivanti dall’esito dei referendum, potrebbero comportare in ambito giuslavoristico.

Il nostro studio è pronto a supportare le aziende nella valutazione delle possibili conseguenze operative e nella definizione delle strategie più idonee a garantire la continuità e la conformità della gestione del personale.

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