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ABUSO DEI PERMESSI L. 104/1992 E LICENZIAMENTO

Scritto il 08 Maggio 2025

L’uso dei permessi previsti dalla Legge 104 per finalità personali, non connesse all’assistenza del familiare disabile, rappresenta una giusta causa di licenziamento. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11999/2024, ha confermato il licenziamento di un lavoratore che, pur usufruendo dei permessi, non prestava assistenza alla madre disabile.

Cosa si intende per assistenza

L’assistenza non deve essere esclusiva, ma deve:

  • Avere carattere permanente, continuativo e globale o essere prevalente rispetto ad altre attività personali;
  • Non può servire solo a “compensare” la fatica di chi assiste fuori dall’orario lavorativo.

Quando il comportamento è lecito

La Cassazione (ord. n. 12679/2024) ha annullato un licenziamento in cui il dipendente aveva:

  • Portato la moglie asmatica al mare (beneficio terapeutico);
  • Usato parte del tempo per portare il cane dal veterinario (azione indirettamente legata alla cura del coniuge disabile).
  • Quindi: non basta un’attività personale per configurare abuso, se l’obiettivo assistenziale rimane prevalente.

Principio giurisprudenziale consolidato

Il nesso causale tra permesso e assistenza deve essere chiaro, anche se l’assistenza può avvenire in momenti flessibili della giornata.

Ultime conferme (ord. n. 24130/2024)

È lecito svolgere brevi attività personali (es. fare la spesa) durante il permesso, purché:

  • L’assistenza al disabile resti il fine principale o non venga compromesso il rapporto fiduciario con il datore di lavoro.

 

Controlli investigativi del datore di lavoro

È lecito l’uso di investigatori privati?

Sì. Secondo la Cassazione:

  • Il datore può incaricare un’agenzia investigativa per verificare un sospetto di abuso dei permessi;
  • I controlli sono legittimi se riguardano comportamenti extralavorativi e disciplinarmente rilevanti.

Condizioni di legittimità dei controlli

  • Devono riguardare solo il lavoratore, non la persona assistita;
  • Devono essere proporzionati e non invasivi;
  • Devono essere limitati nel tempo e coerenti con le sospette violazioni.

Riferimenti normativi

  • I controlli devono rispettare il GDPR e il Codice Privacy (D.lgs. 196/2003, aggiornato al 101/2018);
  • Devono seguire le Regole Deontologiche stabilite dal Garante Privacy (19/12/2018), che impongono: o Lettera d’incarico specifica; o Descrizione chiara dei sospetti e finalità; o Limite temporale per la conclusione delle indagini.

Sanzioni per irregolarità

Se le indagini non rispettano i requisiti, le prove sono inutilizzabili e il datore rischia sanzioni in base al Codice Privacy.

 

È quindi fondamentale per i lavoratori utilizzare correttamente i permessi 104, e per le aziende attivare controlli nel rispetto della legge.

 

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